Quando è Necessario un Comportamentista? Molto Raramente

Fatto del Giorno: Un Caso Emblematico di Malpratica nel Comportamentismo Canino

Oggi ho avuto l’occasione di valutare un giovane Pastore Tedesco maschio di un anno, dichiarato da sopprimere da due veterinari comportamentalisti. Il cane era stato giudicato irrecuperabile, con l’unica alternativa proposta: psicofarmaci o soppressione. Ma la storia che ho visto racconta qualcosa di diverso.

COMPORTAMENTAMENTALISTI ED ERRORI

Il Caso: Il cane, abbaiante e diffidente, non ha mai mostrato aggressività diretta. I due veterinari che hanno esaminato l’animale, incredibilmente, non hanno avuto alcuna interazione con lui. Non si sono avvicinati, non lo hanno toccato, non hanno provato a instaurare un rapporto con lui. Eppure, hanno incassato ciascuno 190 euro per la consulenza, senza dare soluzioni concrete, a parte la proposta di farmaci e un drastico consiglio di soppressione, visto che la famiglia aveva anche un bambino.

Questi “esperti”, muniti di un master di sei mesi, sembrano dimenticare l’essenza stessa della professione: il contatto diretto e reale con l’animale.

Il Caso: Il cane, abbaiante e diffidente, non ha mai mostrato aggressività diretta. I due veterinari che hanno esaminato l’animale, incredibilmente, non hanno avuto alcuna interazione con lui. Non si sono avvicinati, non lo hanno toccato, non hanno provato a instaurare un rapporto con lui. Eppure, hanno incassato ciascuno 190 euro per la consulenza, senza dare soluzioni concrete, a parte la proposta di farmaci e un drastico consiglio di soppressione, visto che la famiglia aveva anche un bambino.

Questi “esperti”, muniti di un master di sei mesi, sembrano dimenticare l’essenza stessa della professione: il contatto diretto e reale con l’animale.

Cane e veterinario

Conclusioni: Questo cane, di soli un anno, era stato giudicato “irrecuperabile”, destinato agli psicofarmaci o addirittura alla soppressione. Eppure, con una semplice interazione basata su fiducia e comprensione, si è rivelato essere un animale che può migliorare notevolmente con il giusto approccio.

Il vero problema non è il cane, ma l’incapacità di certi “esperti” che, anziché lavorare direttamente con gli animali, si nascondono dietro diplomi e certificati, trascurando la cosa più importante: il contatto diretto con l’animale. A loro dico: i cani sono i nostri maestri più grandi. Invece di truffare le persone, tornate a fare i veterinari e lasciate che siano i veri professionisti, quelli che non temono il confronto diretto, a occuparsi dei cani.

Nota finale: La conoscenza teorica è fondamentale, ma non basta. Nulla può sostituire l’esperienza sul campo, il contatto reale con gli animali e la capacità di ascoltarli e osservarli. Cari “dottori”, il vostro master non vi insegnerà mai ciò che un cane, in pochi minuti, può mostrarvi se solo siete disposti a sporcarvi le mani.

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